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CRA: CONFERENZA DEI SERVIZI SULL'INQUINAMENTO DELLA FALDA ACQUIFERA ALL'INVIOLATA DI GUIDONIA, ALCUNE NOTE SULL'AREA



Secondo le Associazioni scriventi - che rivendicano il legittimo diritto alla partecipazione a tutte le procedure attinenti allo sviluppo del territorio di appartenenza – la situazione che si è venuta a determinare nell'area dell'Inviolata di Guidonia ha assunto caratteri di alta preoccupazione per la cittadinanza tutta (ivi compresi gli abitanti di comuni contermini).
Tale situazione, divenuta esplosiva dopo che l'allarme per l'inquinamento della falda
sottostante la discarica per rifiuti urbani dell'Inviolata si è fatto generale, può essere giudicata – per il territorio, per l'ambiente, per la salute dei cittadini, per la vivibilità dell'area – nociva, densa di interrogativi, ma soprattutto, a nostro modo di vedere, infarcita di palesi illegittimità, di omissioni, di forzature, di favori a vantaggio dei pochi ed a detrimento dei molti.
Quel che, in linea generale, interessa alla cittadinanza ed alle associazioni locali, a questo punto, è l'immediata chiusura della discarica dell'Inviolata, il rigetto del progetto di impianto TMB previsto nello stesso luogo, l'avvio della bonifica del sito inquinato, l'apertura del Parco regionale alla pubblica fruizione ed il legittimo ripristino dei suoi confini del 1996, la conservazione e la valoriz-zazione dell'antica Via della Selciatella, l'apertura di una inchiesta per appurare le responsabilità di quel che si profila come un vero disastro ambientale, l'avvio del risanamento ambientale del territorio guidoniano.
Nello specifico della presente Conferenza dei Servizi, indetta dal Comune di Guidonia
Montecelio il 1° dicembre 2011, quindi, le Associazioni scriventi chiedono:
· L'adozione di provvedimenti urgenti atti ad eliminare o a ridurre al massimo
l'ulteriore diffondersi di sostanze inquinanti: nessuna opzione a tutela della salute
pubblica può essere esclusa.
· La caratterizzazione del sito contaminato e delle aree limitrofe.
· Un immeditato e trasparente intervento di bonifica dell'area contaminata.
· Una indagine epidemiologica nella popolazione potenzialmente esposta agli effetti degli agenti inquinanti la falda acquifera.
· L'istituzione di un organismo tecnico, per la gestione della crisi ambientale, che
comprenda rappresenanti delle Associazioni.
· L'integrazione, a pieno titolo, degli stakeholder, nei processi decisionali che
hanno ripercussione sugli equilibri ambientali, sociali ed economici a carattere
generale su questo territorio.

PRO MEMORIA
1) Il Parco è, per legge regionale 22/96, “naturalistico e archeologico”, cioè vi si sono riconosciute peculiarità sia storiche che relative ad habitat, degne di essere preservate, protette, valorizzate con vincolo (vedi art. 2, Finalità, della legge istitutiva). Altro obiettivo riconosciuto è la preservazione del paesaggio. Il Parco dell'Inviolata è inserito nel Sistema Parchi della Regione Lazio, nonché nel PTPR della Regione Lazio e nel PTPG (Piano Territoriale Paesistico Generale della Provincia di Roma), con ciò venendo ad essere oggetto di vincolo “superiore” urbanisticamente e paesisticamente. Più volte il Ministero dei Beni Culturali e segnatamente la Soprintendenza ai Beni archeologici del Lazio hanno manifestato preoccupazioni riguardo ai tentativi di modificare obiettivi e finalità del Parco, in seguito ad autorizzazioni relative ad ampliamenti della discarica dell'Inviolata. Secondo la mappa archeologica riguardante l'area dell'Inviolata (redatta da Zaccaria
Mari e pubblicata in “Tibur Pars Tertia”), insistono preesistenze archeologiche financo all'interno del recinto destinato a discarica per rifiuti; tant'è che, anche in tempi recentissimi (2009 e 2010), sono state inoltrate segnalazioni alla Soprintendenza stessa per lavori di sbancamento effettuati dal personale della Eco Italia 87 e dalle maestranze impegnate in lavori stradali relativi al nuovo
svincolo dell'A1, entrambi insistenti su aree archeologiche vincolate. Il progetto per il sesto invaso della discarica ha dovuto, infatti, essere rimodulato.
2) La riperimetrazione dei confini del Parco, effettuata nel febbraio 2005 con semplice sostituzione dell'Allegato A (perimetrazione) alla Legge regionale 22/96, di fatto estrae l'area della discarica dal contesto del Parco, lasciandola però, su tre lati, inserita come un cuneo all'interno della zona sotto vincolo. Questa situazione, sicuramente anomala, pericolosa, illogica, rende permanenti il degrado
paesaggistico ed il concreto rischio per la salute dei residenti nelle aree vicine alla discarica. La legge istitutiva del Parco prevedeva invece un termine certo (art. 13, Disposizione transitoria): “la discarica regionale denominata dell'Inviolata può rimanere in esercizio fino all'esaurimento degli invasi e dei relativi volumi già autorizzati”. Tale riperimetrazione è giudicata dal CRA (è pendente il ricorso al TAR del Lazio anche su questo punto) illegittima e quindi INEFFICACE.
3) Sia nel TUA (Testo Unico Ambientale del 2006) che nella Direttiva UE sui rifiuti (n.98 del 2008, adottata nell'aprile 2010 dal Governo italiano e a dicembre 2010 dal Parlamento), si fa menzione di alcune prescrizioni relative alla gestione dei rifiuti:
GERARCHIA DEI RIFIUTI, in cui si elencano le attività da intraprendere – IN ORDINE – nella gestione dei rifiuti: riduzione della produzione; raccolta differenziata con riciclo; riuso; smaltimento con recupero d'energia; discarica. La Regione Lazio (ed il Comune di Guidonia Montecelio) è tenuta per legge a rispettare quest'ordine di attività. La realtà è esattamente quella opposta e l'Unione europea ha già ammonito la Regione stessa.
CONSULTAZIONE DELLA CITTADINANZA INTERESSATA, obbligatoria e non solo nei suoi
“rappresentanti” come un sindaco, ma anche nelle sue espressioni associative e nei portatori di interessi come cittadini. L'AIA non ne ha tenuto conto, invitando alla Conferenza dei Servizi solo il Comune di Guidonia Montecelio e non le associazioni locali, né i Comuni viciniori interessati (Fonte Nuova).
DIVIETO DI IMPIANTI PRESSO AREE PAESAGGISTICAMENTE O STORICAMENTE
VALIDE, ribadito sia nel TUA che nella Direttiva UE, di cui l'AIA non ha tenuto conto. L'impianto per la produzione di CDR e FOS (con annessa discarica) e quello per il compostaggio dell'organico sono progettati per essere costruiti a pochi metri dal Parco dell'Inviolata, da resti archeologici e corsi d'acqua (Fosso del Cupo con sito protostorico). Vedi la mappa archeologica suddetta.
4) L'enorme numero di gabbiani reali presente nell'area della discarica dell'Inviolata e dintorni partecipa fortemente allo squilibrio ecologico di tutta la zona, procurando con ogni probabilità malattie e scomparsa di talune specie faunistiche in loco.
5) Sono in corso profonde modificazioni paesaggistiche (collina di 147 m. slm), che non sono mai state consentite da autorizzazioni della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici del Lazio (Via Cavalletti, Roma), né, tantomeno, dal Ministero per i Beni culturali. Nei procedimenti di VIA e di AIA per gli impianti all'Inviolata, il parere di tale Soprintendenza non è mai stato acquisito.
6) Il problema dell'inquinamento in falda sotto la discarica dell'Inviolata risale al 1994, quando il Tribunale di Tivoli incaricò tre periti (Botrè, Pecci e Rosso) di fare indagini e monitoraggi nell'area allo scopo di rilevare possibili inquinamenti. Il 30 gennaio 1995 venne depositata perizia giurata che ammetteva l'inquinamento della falda, sotto i primi due invasi della discarica, non isolati dal
terreno sottostante. Dal 2003 al 2009, l'ARPA Lazio ha condotto monitoraggi, mediante pozzi spia, su tutta l'area interessata dalla discarica, riscontrando eccessiva presenza di metalli pesanti (arsenico, manganese, ferro, mercurio e altri) nel terreno, ben al di sopra del limite di legge.
L'ARPA ha sempre avvisato Regione, Provincia e Comune, ma nessun Ente locale ha preso
provvedimenti in merito. Dall'area inquinata, il danno si riversa soprattutto sul Fosso del Cupo, affluente del Fosso di Santa Lucia, in territorio di Fonte Nuova.
7) Il sesto invaso è operativo dal dicembre 2010, mentre la sua autorizzazione è stata pubblicata sul BUR Lazio solo nel giugno 2011. Questo invaso è a meno di venti metri dai ritrovamenti archeologici (area funeraria e strada romana) in corso di messa in luce. Da questo invaso si diparte un canale che convoglia acque di scolo (non depurate) direttamente dentro il Parco dell'Inviolata, in direzione del Fosso dell'Inviolata, giudicato (fino a poco tempo fa) ancora sufficientemente naturale.
8) Lo svincolo autostradale, inaugurato nel novembre 2011, ha modificato fortemente il paesaggio e l'impatto ambientale è particolarmente grave (vicinanza col Parco regionale, prossimità con ritrovamenti archeologici, scolo delle acque direttamente nell'area Parco, pavimentazione di una nuova strada all'interno dell'area vincolata, inquinamento veicolare con 15mila nuovi passaggi al giorno di mezzi secondo dati ANAS).
9) La Via della Selciatella, storicamente importante nel territorio, è sottoposta non solo a stress ambientale (decine di discariche abusive lungo il suo tracciato), ma anche a progetti di pavimentazione ad evidente servizio del cementificio Buzzi Unicem e della discarica dell'Inviolata.
10) L'impianto TMB, progettato da Co.La.Ri. accanto alla discarica dell'Inviolata e già autorizzato dal Commissario Marrazzo (2008), è dimensionato per lavorare 190.000 tonnellate/anno di rifiuti indifferenziati e per stoccare 30.000 tonnellate/anno di organico, con discarica di servizio. Tale dimensionamento è superiore al volume di rifiuti degli attuali 49 comuni che conferiscono all'Inviolata. L'impianto è previsto all'interno del perimetro del Parco regionale istituito nel 1996.
Contro la costruzione dell'impianto è tuttora pendente ricorso presso il TAR del Lazio (dicembre 2007), proposto da quattro associazioni locali.


- Associazione culturale onlus “Amici dell'Inviolata”
- Associazione culturale “Insieme fra la gente”
- Associazione Umanista “Atlantide” onlus
- Circolo Legambiente Guidonia
- Comitato Cittadini Marco Simone e Setteville Nord

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