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Rifiuti: sindaco pronto al blocco dell’Inviolata Rubeis: «Prima dell’ok alla nuova discarica va valutato l’inquinamento»


GUIDONIA


Valori di manganese cento volte superiori al normale, ma anche presenze anomale di tallio e cobalto. Sono i dati relativi alla presenza di metalli pesanti nel sottosuolo della megadiscarica dell'Inviolata arrivati dall'Arpa, sulla base dei quali ieri il sindaco di Guidonia ha annunciato di essere pronto a chiedere lo stop delle autorizzazioni regionali in corso di approvazione in favore del Colari (Consorzio laziale rifiuti) sul sito degli sversatoi. «Prima c'è da valutare il grado di compromissione ambientale» ha precisato. Un altolà che sarà formalizzato con «la richiesta - spiega una nota di Palazzo Guidoni - di sospensione della Conferenza dei servizi convocata per martedì prossimo in Regione per procedere al riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) circa una discarica da 500mila metri cubi a servizio dell'impianto di trattamento dei rifiuti, oltre ad una richiesta di abbancamento nella parte vecchia di ulteriori 87mila tonnellate di immondizia non differenziata proveniente dai comuni fuorilegge che ancora non hanno avviato sistemi "porta a porta"», come tra l'altro imposto dall'ordinanza emessa dalla Pisana ad agosto scorso.

«E' stato accertato dall'Arpa - ha spiegato Rubeis -, attraverso i carotaggi eseguiti in 18 punti, che la presenza di inquinanti e contaminanti in alcuni casi è a livelli di allarme. Sono stati rilevati, in quantità assai consistenti, elementi estranei al rifiuto domestico come il tallio e il cobalto, circostanza che lascerebbe presupporre come in anni passati, probabilmente lontani, siano stati smaltiti rifiuti speciali e ospedalieri. La discarica dell'Inviolata paga oggi forse la impossibilità di bonificare la parte più antica, ovvero quella priva purtroppo di ogni diaframma di protezione». I dati saranno oggetto della Conferenza dei servizi comunale già convocata per il 28 gennaio. Nel "mirino" in particolare l'invaso di servizio da 500mila metri cubi «oggettivamente di una capacità di trattamento abnorme rispetto alle potenzialità dell'impianto in via di realizzazione», sospettato di poter diventare ricettacolo dell'immondizia romana. 
Elena Ceravolo (IL MESSAGGERO)

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