Rifiuti, c’è anche l’abuso d’ufficio. Nei guai il vice di Zingaretti
Un'ordinanza di Massimiliano Smeriglio finita sotto la lente della Procura. L'istruttoria è relativa al sesto invaso della discarica di Guidonia
L’inchiesta è per abuso d’ufficio. E nel mirino c’è un atto del vice presidente della Giunta regionale, Massimiliano Smeriglio. Perché ad agosto scorso emette un’ordinanza, ritenuta dalla procura della Repubblica di Roma «in spregio» alla normativa, con la quale dispone l’ampliamento del sesto invaso della discarica di Guidonia gestita dalla Eco Italia ’87, amministrata da Francesco Rando, fedelissimo del «Supremo» Manlio Cerroni.
Al momento nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati. Ma il nuovo filone sul «sistema rifiuti» presto potrebbe risultare esplosivo. Di fatto il sostituto procuratore Alberto Galanti attende il deposito dell’informativa di reato messa a punto dagli investigatori della Tutela ambientale, al comando del «capitano Ultimo», al secolo il colonnello Sergio De Caprio. I militari, infatti, hanno avuto un’ampia delega a indagare sui fatti relativi alla discarica di Guidonia, che sorge nell’area protetta del parco dell’Inviolata. Gli elementi emersi avrebbero consentito di individuare, ancora una volta, il cosiddetto «modello Cerroni», fatto di rapporti trasversali soprattutto con la Regione Lazio. Sulla discarica di Guidonia, comunque, sta indagando anche il sostituto Stefania Stefanìa della Procura di Tivoli, la quale nei giorni scorsi ha inviato alcuni atti d’indagine al collega che segue l’inchiesta a Roma.
La lente della Procura capitolina è puntata su tutta l’istruttoria relativa al sesto invaso della discarica di Guidonia. In particolare, sarebbe emerso come i funzionari regionale Luca Fegatelli e Raniero De Filippis - entrambi arrestati il 9 gennaio scorso nella prima tranche dell’inchiesta rifiuti - abbiano concesso il via libera ai lavori per gli scavi del sesto invaso. Stando ai riscontri finora raccolti, entrambi avrebbero rilasciato l’autorizzazione senza sottoporre il progetto alla soprintendenza paesaggista - che dipende dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali - in quanto l’impianto sorge nel parco dell’Inviolata. Al di là di questo aspetto, che per la Procura avrebbe dei rilievi penali, c’è un altro fatto, anch’esso con supposti profili illeciti. Si tratta dell’ordinanza del 12 agosto 2012, n. Z00002, firmata dal vice presidente della Regione Smeriglio, con cui è stata accordata la possibilità di ampliare di ulteriori 75mila metri cubi la discarica per smaltire rifiuti indifferenziati (i cosiddetti «tal quale»). L’atto recentemente è stato oggetto di analisi anche da parte del Tribunale amministrativo regionale, che - annullando tutto l’iter amministrativo relativo al sesto invaso - ha dato un duro giudizio anche sull’ordinanza Smeriglio. Secondo i giudici amministrativi il provvedimento è stato emesso senza che ricorressero i criteri previsti per questi atti «eccezionali e urgenti». Urgenza che, tra l’altro, è criticata ulteriormente anche dal giudice per le indagini preliminari di Roma, Massimo Battistini, nell’ordinanza d’arresto del 9 gennaio scorso, con cui ha mandato ai domiciliari la presunta «cricca» dei rifiuti, capeggiata da Cerr oni. Il magistrato afferma che ad «agosto 2013, la stessa Regione Lazio (a firma del vice presidente Massimiliano Smeriglio) accordava alla Eco Italia ’87 srl, società del Gruppo Cerroni che gestisce la discarica dell’Inviolata a Guidonia, la possibilità di abbancare in discarica ulteriori 75mila metri cubi di rifiuti urbani indifferenziati «tal quale», senza alcun trattamento, in spregio totale all’articolo 7 del decreto legislativo 36/2003 (normativa in materia di discariche di rifiuti, ndr) e al principio della gerarchia dei rifiuti». Questo, conclude, «come sempre tramite il meccanismo della richiesta di misura delle “ordinanze contingibili e urgenti”». Altro aspetto che sta svelando l’inchiesta, infine, riguarda le autorizzazioni per la costruzione del Tmb (impianto di Trattamento meccanico biologico per la trasformazione dei rifiuti urbani in Combustibile da rifiuto destinato ai gassificatori, ndr). In questo caso, stando agli accertamenti, ci sarebbe un ulteriore atto dubbio dell’allora presidente della Regione Piero Marrazzo (già indagato per fatti simili nel primo troncone d’indagine del 9 gennaio scorso), relativo all’inserimento nel Piano di gestione dei rifiuti una clausola di «favore» a Cerroni, dando la possibilità alla Eco Italia ’87 di costruire il Tmb a ridosso della discarica dell’Inviolata.
Fonte: IL TEMPO
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