di Fabio Carosi
Altro che rifiuti in altre regioni e nuovi impianti di trattamento dell'Ama. L'emergenza rifiuti nel Lazio diventa legge dello Stato che ha previsto addirittura interventi straordinari. Sta scritto chiaramente nella legge sulla Competitività, la 89 del 2014 che tra le misure di carattere fiscale per il rilancio dell'economia e gli interventi per l'accelerazione dei debiti della Pubblica Amministrazione, dall'approvazione al Senato e dalla “fiducia” posta al Governo lo scorso 18 giugno esce con un emendamento che non ha precedenti.
Mentre in tutta italiana valgono le leggi ordinarie in caso di emergenza, nel Lazio, si legge all'articolo 14 comma 1, “Al fine di prevenire procedure d'infrazione ovvero condanne della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.... per motivi di eccezionale ed urgente necessità.. il presidente della Giunta Regionale del Lazio, ovvero uno il sindaco di uno dei Comuni del Lazio, possono adottare nei limiti delle rispettive competenze ordinanze contingibili e urgenti, con le quali disporre, forme anche speciali di gestione dei rifiuti, compresa la requisizione in uso degli impianti e l'avvalimento temporaneo del personale che vi è addetto, senza costituzione di rapporti di lavoro con l'ente pubblico e senza nuovi o maggiori oneri a carico di quest'ultimo”.
Dunque, Nicola Zingaretti o qualsiasi sindaco possono di fatto requisire qualsiasi impianto di smaltimento o trattamento mentre per gli altri governatori e sindaci d'Italia la legge non vale. A denunciare il paradosso legislativo che trasforma il Lazio in una regione a rischio, è Manlio Cerroni. Alla vigilia della quarta udienza del processo che probabilmente avrà uno slittamento a causa della scomparsa improvvisa del presidente del Collegio, Piero De Crescenzo, il re di Malagrotta torna a tuonare sul suo sito web, denunciando una situazione unica in tutta Italia.
Lo fa scrivendo una lettera denuncia nella quale evidenzia due paradossi: l'incostituzionalità della norma che definisce una vera e propria “requisizione” e la “storia buffa dell'emendamento proposto da due senatori Mucchetti (eletto in Lombardia) e Marinello (eletto in Sicilia) che si riferisce alla sola Regione Lazio, che è una delle poche regioni italiane che da un anno tratta nei vari impianti, nel rispetto della normativa europea, tutti i rifiuti indifferenziati prodotti sul territorio”.
Aggiunge il “supremo”: Il nostro Paese è sempre più strano. Dopo tante leggi ad personale è arrivato il turno delle leggi ad regionem approvate con l'accordo di tutti i deputati e i senatori laziali”.
Altro che rifiuti in altre regioni e nuovi impianti di trattamento dell'Ama. L'emergenza rifiuti nel Lazio diventa legge dello Stato che ha previsto addirittura interventi straordinari. Sta scritto chiaramente nella legge sulla Competitività, la 89 del 2014 che tra le misure di carattere fiscale per il rilancio dell'economia e gli interventi per l'accelerazione dei debiti della Pubblica Amministrazione, dall'approvazione al Senato e dalla “fiducia” posta al Governo lo scorso 18 giugno esce con un emendamento che non ha precedenti.
Mentre in tutta italiana valgono le leggi ordinarie in caso di emergenza, nel Lazio, si legge all'articolo 14 comma 1, “Al fine di prevenire procedure d'infrazione ovvero condanne della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.... per motivi di eccezionale ed urgente necessità.. il presidente della Giunta Regionale del Lazio, ovvero uno il sindaco di uno dei Comuni del Lazio, possono adottare nei limiti delle rispettive competenze ordinanze contingibili e urgenti, con le quali disporre, forme anche speciali di gestione dei rifiuti, compresa la requisizione in uso degli impianti e l'avvalimento temporaneo del personale che vi è addetto, senza costituzione di rapporti di lavoro con l'ente pubblico e senza nuovi o maggiori oneri a carico di quest'ultimo”.
Dunque, Nicola Zingaretti o qualsiasi sindaco possono di fatto requisire qualsiasi impianto di smaltimento o trattamento mentre per gli altri governatori e sindaci d'Italia la legge non vale. A denunciare il paradosso legislativo che trasforma il Lazio in una regione a rischio, è Manlio Cerroni. Alla vigilia della quarta udienza del processo che probabilmente avrà uno slittamento a causa della scomparsa improvvisa del presidente del Collegio, Piero De Crescenzo, il re di Malagrotta torna a tuonare sul suo sito web, denunciando una situazione unica in tutta Italia.
Lo fa scrivendo una lettera denuncia nella quale evidenzia due paradossi: l'incostituzionalità della norma che definisce una vera e propria “requisizione” e la “storia buffa dell'emendamento proposto da due senatori Mucchetti (eletto in Lombardia) e Marinello (eletto in Sicilia) che si riferisce alla sola Regione Lazio, che è una delle poche regioni italiane che da un anno tratta nei vari impianti, nel rispetto della normativa europea, tutti i rifiuti indifferenziati prodotti sul territorio”.
Aggiunge il “supremo”: Il nostro Paese è sempre più strano. Dopo tante leggi ad personale è arrivato il turno delle leggi ad regionem approvate con l'accordo di tutti i deputati e i senatori laziali”.
Fonte: http://www.affaritaliani.it/
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